"Ogni artista ridefinisce il suo concetto di risparmio: di spazio, tempo, soldi, energia. E si fa paladino delle “seconde possibilità”. Come il giovane architetto Silvia Donato che si concentra sulla ri-creazione del prodotto e della progettazione d'arredo, intenta a sperimentare e a rivalutare l'estetica e la funzionalità degli oggetti in disuso. Convinta che l’arte debba persistere con un certo stile, il suo, ha riportato in vita “creature” destinate all'abbandono. “Ho scelto le sedie perchè avevo voglia di prendere un oggetto di uso quotidiano e reinterpretarlo con nuovi colori e materiali. Far vedere quello che erano e quello che possono diventare”. Le sedie di Silvia, tra un prima e un dopo, mettono in mostra la loro naturale e originale bellezza, grazie a una brillante ricchezza cromatica, ma esprimono anche nuovi significati, riuscendo a essere anche solo un'opera all'interno di un'installazione. “Io sono convinta che qualsiasi oggetto abbia sempre una nuova storia da raccontare. Quindi vale la pena cercare di salvarlo."
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